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L’emozione.

L’emozione ha voce ed è il sangue che si muove, l’energia in azione.
Per quest’anno il titolo potrebbe bastare e potremmo lasciare questa pagina in bianco.
Potremmo descrivere solo l’atto finale, quello della vendemmia.
Solo in quel momento si sono presentate delle precipitazioni, guidandoci ad una scelta precisa: quella di selezionare il raccolto.
Un foglio bianco e due righe potrebbero essere sufficienti ma molti di noi e di voi indossano le rughe dell’esperienza che ci insegnano che, nell’ordinario, c’è sempre una dose di straordinario.
“Chi mira più in alto si differenzia più altamente” diceva il conterraneo Galileo Galilei.
L’emozione appare davanti a noi, nel costante mutare dell’ordinario in qualcosa che modificala stabilità e la regolarità.
Nella natura l’emozione è sempre viva per chi ha gli occhi per vederla nelle sue piccole sfumature, per chi sa sentire i suoi respiri profumati, per chi sa toccare e apprezzare sensibilmente le sue varianti che, al tatto dell’esperto, sono chiari segni del suo sviluppo.
Anche i suoni che accompagnano le annate contengono una melodia speciale e unica.
Sono la colonna sonora che ci accompagna come quando guardiamo un film.
La musica fa da sfondo alla natura visibile e la esalta.
Grazie alla musica della natura sappiamo, con qualche istante di anticipo, cosa sta per accadere.

Il silenzio in natura non è muto ma vibra le frequenze del suono al pari di un violino, un tamburo, un fagotto, un organo e a volte seguendo le emozionati melodie delle viole e delle arpe.

L’orchestra dei suoni della natura non stecca mai perchè lo spartito ha le sue leggi, a volte strane per le nostre conoscenze, ma la natura le rispetta sempre, eseguendo lo spartito al tempo indicato dalla bacchetta del direttore d’orchestra invisibile.

Cosa proviamo quando ci immergiamo nella natura?
Emozione. Qualcosa dentro di noi si trasforma.
Tutto sembra svolgersi come in un film già visto ma proprio come succede per un film o mentre rileggiamo un libro, troviamo sempre una nuova lezione, uno spunto di riflessione illuminante.
“Panta Rei” diceva Eraclito.
Tutto scorre e tutto muta, nulla è mai come prima.
Saper leggere il mutamento che ci porta al consapevole cambiamento di prospettiva; è una dote essenziale nel nostro lavoro.

Sappiamo che per fare il vino ci vuole la luce e qualcuno che la sappia leggere, ascoltare, incantare e al podere questa è l’arte che più ci piace sperimentare.

L’inverno scivola via sul terreno dal sottosuolo ricco di calcare e di qualche segreto che ogni terreno porta con sè.
Noi siamo solo i custodi e siamo invitati, dalla passione, a impreziosire il particolare, ricordandoci che il clima non si fa sempre notare, ma ha sempre qualcosa per farsi apprezzare.
Giunge la primavera che alza la bandiera della fioritura.
Nel giorno di Giove, giovedì 30 maggio, si vive l’attimo di emozione mosso dalla coloritura del paesaggio, il cambio di scenario giunto dall’alto grazie alla regia dell’impresario del cielo.
“Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella” diceva Galileo Galileo, richiamando l’attenzione sulla legge di corrispondenza tra l’alto e il basso e invitando al rispettoso atteggiamento verso la fioritura.
L’arcana gemma verde è spirito vitale che si fa conoscere dando vita ad una completa fioritura.

Il pensiero delle gemme diventa espressione di parole profumate con i fiori che inebriano questa primavera; l’emozione sale e tutto si anima.
In questa primavera la pioggia è precipitosa ma usa le giuste dosi come sa fare una medicina salutare.
L’estate non picchia in testa come nel 2012.
Il caldo è armonioso, illuminante e generatore di forza per i frutti che procedono nella maturazione verso l’invaiatura del 5 agosto.
La maturazione procede lenta e costante, arricchendo il frutto in ogni istante della sua evoluzione.
Grazie a questa situazione favorevole i polifenoli, gli amici del colore e della percezione gustativa del vino, avanzano fino alla migliore delle maturazioni e lo stesso è l’avvenire per gli aromi di ogni acino.

L’unica straordinarietà evidente, come dicevamo all’inizio di questo racconto, arriva accompagnata da insistenti piogge che superano le aspettative.
Per questa ragione decidiamo di eseguire una vendemmia frammentata, selezionando il raccolto.

Anche questa scelta tuttavia diventa un atto di cura che emoziona.
Il filosofo e saggio, imperatore di Roma, Marco Aurelio ci ricordava nei suoi consigliche “ciò che non giova alla natura non giova anche all’uomo”.
Una frase che giunge da lontano, 2000 anni fa, eppure il suggerimento è più che mai attuale, forse ancora più attuale di allora,
visto il silenzioso grido dall’allarme della natura.
Un pensiero che corre lungo la linea del tempo, come un monito di salvezza e bellezza.

Perché, chi trascura la natura, trascura l’umanità.

A metà ottobre inizia la vendemmia, offrendo alla vista i suoi richiami alle antiche immagini della pigiatura.

Il podere è in festa e vogliamo brindare con voi che siete giunti fin qui seguendo l’emozione prodotta dalla natura, perché la bellezza non è prodotto, ma produttore; è visione non vista.

Un piccolo passo di Leonardo da Vinci chiude questa annata 2013

“Chi poco pensa molto erra e amore ogni cosa vince.”

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